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Monte di Pietà di Ascoli e dei luoghi vicini

 

Subito dopo la metà del Quattrocento, nel 1458, fu proposta ad Ascoli Piceno, contestualmente alla soppressione dei banchi ebraici, un’istituzione che aveva il nome di Monte di Pietà ma caratteristiche un po’ diverse dai veri e propri Monti, in quanto si occupava di raccogliere elemosine da distribuire fra i poveri della città

Secondo alcune fonti (in particolare il Marcucci), il Monte sorse per iniziativa del Beato Marco da Montegallo, laureato in legge e medicina e poi diventato frate francescano osservante; sicuramente il Beato Marco, San Giacomo della Marca e l'opera dei frati francescani contribuirono allo sviluppo di tale istituto, parallelamente alla ostilità nei confonti degli Ebrei.

Nello stesso periodo sorsero iniziative analoghe in altre città, tra cui Perugia.

Esso venne gestito dai frati francescani fino all'Unità d'Italia, quindi passò agli enti morali "Cura e Ricovero" e dal 1941 alla Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno (poi incorporata nella Banca Intesa-Sanpaolo). 

Estratto dal "Saggio delle cose ascolane e de' vescovi di Ascoli nel Piceno dalla fondazione della città sino al corrente secolo decimottavo ... Publicato da un abate ascolano" di Francesco Antonio Marcucci, 1766 - come da copia disponibile su Google Books e su Google Play

 


Sono giunte fino a noi anche le informazioni sul Monte dei pegni di Offida

Con i sopravanzi del Monte frumentario sorse in Offida, nel secolo XVI, il Monte dei pegni, detto anche Monte di pietà, per deliberazione del Consiglio comunale dal quale fu amministrato.

Il Monte di pietà prestava denaro su pegno ad un interesse del 2% (bolla del pontefice Leone X). Il Consiglio comunale nominava, ogni anno, due deputati del Monte e ogni due anni un montista depositario. Riceveva un compenso annuo che variò nel corso del tempo. Il Monte, rifornito di denaro con la vendita del grano del Monte frumentario, dovette sovvenzionare più volte il Comune: per restaurare un mulino, per pagare diversi debiti, fra cui quello per il passaggio delle truppe estere.

La Congregazione di carità di Offida amministrò il Monte dei pegni con decreto del Commissario generale straordinario, Valerio, del 24 ottobre 1861, questa amministrazione venne confermata nuovamente, con decreto del re Vittorio Emanuele II dell'8 giugno 1865. Dal 1887 il patrimonio del Monte frumentario fu convertito in aumento del capitale del Monte di pietà. Con decreto reale del 5 settembre 1903 la Congregazione di carità ottenne l'approvazione del relativo statuto organico. Vi prestava la sua opera un solo montista, che era contemporaneamente depositario, stimatore e contabile. Nel 1912 il regolamento organico prevedeva un montista ed un perito stimatore. [fonte 1]

Sacro Monte di pietà di Ripatransone, Ripatransone (Ascoli Piceno), 1471 - 1862

Monte pecuniario di pietà detto del SS. Redentore creato nel 1471 per pegni ai poveri. In antico l'amministrazione veniva tenuta da un montista nominato dal Consiglio comunale, poi da un montista nominato dalla Congregazione di carità.

 

 Fonti e approfondimenti dei testi di questa pagina

Beato Marco da Montegallo - pagina su The Habitual Tourist

Montes Pietatis di Maria Giuseppina Muzzarelli - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero – Economia (2012) - pagina internet su Treccani

[1] Fonte del testo su Offida: "SIUSA - Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche) alla pagina specifica - licenza CC BY-SA.

Monti di Pietà su Wikipedia

Gli ebrei e il monte di pieta` in Ascoli - Giuseppe Fabiani - Societa` Tipolithografica Editrice, 1942. in Collana di pubblicazioni storiche ascolane, 1.


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