PortoDeiPiceni

Montagne e vette

La struttura orografica del nostro territorio é caratterizzata da tre grandi gruppi: Sibillini, Monti della Laga e Gran Sasso.

 

Sibillini

La struttura dei Monti Sibillini è costituita da rocce prevalentemente carbonatiche; queste in generale mostrano morfologie aspre con versanti acclivi.

La provincia di Ascoli Piceno (prima della divisione da Fermo) comprendeva i rilievi da Monte Castel Manardo (1917 metri) a Forca di Presta - Forca Canapine, compresi quindi il Monte Amandola (1707 mt.), Pizzo Tre Vescovi (2092 mt.) e Monte Priora (2334 mt.)

Con i nuovi confini amministrativi, al di qua della valle del fiume Tenna si elevano il monte Sibilla (2175 mt.), Cima Vallelunga (2221 mt.), monte Porche (2235 mt.), monte Argentella (2201), monte Torrone (2100 mt.), monte Vettore (2475 mt.); vi sono poi i passi di Forca Presta (1536 mt.) e forca Canapine (1543 mt.).

 

Monti della Laga

A Sud–Ovest dei Monti Sibillini si elevano i Monti della Laga; questa struttura, costituita da rocce prevalentemente arenacee e pelitico-arenacee, occupa parte di entrambe le province di Ascoli Piceno e Teramo. 

Il margine settentrionale è ubicato in corrispondenza della valle del fiume Vetrenastro (affluente di destra orografica del fiume Tenna); la catena é orientata in direzione nord-sud e presenta due versanti, diversi tra loro per conformazione e copertura vegetale. Quello orientale, più umido, scende verso le pianure fluviali del Tronto, del Vomano, del Tordino e del Salinello; l'altro in territorio reatino, precipita sulla vallata del Tronto con forte pendenza. Il crinale principale, sempre oltre i duemila metri, é costituito dalle vette del Monte Gorzano (2458 mt.), Monte della Laghetta e Pizzo di Sevo. 

Tra i rilievi principali possono essere ricordati, procedendo da Nord verso Sud, il Monte Propezzano (1016 m.), il Pizzo Cerqueto (1347 m.), il Monte Ceresa (1494 m.) ed il Monte Comunitore ( 1695 m.), il monte di Mezzo (2136 mt.), colle Pizzuto (1168 mt.), monte Calvario (941 mt.), monte Tignoso (1367 mt.), monte di Tre Croci (1389 mt.), 

L'area è compresa nell'omonimo Parco Nazionale

La catena corre lungo il confine tra l'Abruzzo settentrionale, il Lazio e le Marche, a cavallo tra le province dell'Aquila, Teramo, Rieti e Ascoli Piceno, per la lunghezza complessiva di circa 24 km. È divisa a nord dai monti Sibillini mediante la valle del Tronto percorsa dalla via Salaria, e a sud dalla catena del Gran Sasso dalla suggestiva stretta valle del fiume Vomano, attraversata dalla Statale 80 (un tempo era percorsa da un ramo dell'antica Via Cecilia), che culmina a monte con il Passo delle Capannelle e con il Lago di Campotosto. Il versante teramano e in parte anche quello aquilano-reatino-ascolano è coperto da fitti boschi di faggio. Sull'estremità orientale del gruppo dei Monti della Laga si colloca invece la Montagna dei Fiori che, insieme alla Montagna di Campli, forma il cosiddetto massiccio dei Monti Gemelli, separati tra loro dalle Gole del Salinello. Le caratteristiche pendici erbose e non rocciose di queste montagne sono ideali per il pascolo: molte sono infatti le greggi che d'estate tornano su questi monti. Vivono tra queste montagne numerose specie selvatiche come il lupo appenninico, il cervo, il capriolo, il camoscio appenninico, il cinghiale e qualche raro esemplare di orso bruno marsicano. Da ricordare l'istrice, l'aquila reale presente con alcune coppie nidificanti nelle forre più inaccessibili (non rintracciabili dall'autunno 2011), numerose specie di falco, il merlo acquaiolo (Cinclus cinclus), la rarissima vipera ursinii, specie di vipera velenosa presente solo in questa parte e nel vicino massiccio del Gran Sasso. Sono presenti numerosi boschi di faggi, abeti bianchi, querce, castagni, aceri, tassi, tigli, frassini, olmi, agrifoglio e rare foreste di betulle. Sono presenti orchidee rare come l'orchidea epipogio senza foglia.

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Più ad Est si eleva la catena della Montagna dei Fiori avente assetto anticlinalico; essa, costituita al nucleo da termini della successione carbonatica mesozoica, la cui cima principale è a 1814 metri s.l.m., altre cime principali sono il il monte Giammatura (1034 m.), monte Piselli (1678 mt.), la Montagna di Campli (1720 mt.), monte Foltrone (1718 m)

 

Gran Sasso

 

Catena del Gran Sasso

A Ovest Sud Ovest si erge la catena del Gran Sasso

Il Gran Sasso é situato tra il bacino del fiume Vomano a nord e quello del fiume Aterno-Pescara a sud. La struttura principale é costituita da una lunga dorsale che estende dal Passo delle Capannelle al Vado Siella, dove la catena piega decisamente verso sud raggiungendo, con i rilievi minori, le gole di Popoli. 

Nella parte occidentale la catena si divarica in due direttrici: la prima é costituita dall'allineamento Monte S. Franco - Monte Ienca - Pizzo di Camarda - Cresta delle Malecoste - Pizzo Cefalone - Monte Portella (2388 mt.) - Monte della Scinderella; l'altra é costituita dall'allineamento  Monte Corvo (2623 mt.) - Monte d'Intermesole o Pizzo Intermesoli (2635 mt.) - Corno Piccolo (2647 mt.) - Corno Grande (con le tre cime orientale di 2903 mt., la centrale di 2893 mt.  e la occidentale di  2912 mt.). I due allineamenti contornano il piano carsico di Campo Pericoli e le praterie d'altitudine di Venacquaro. 

Sotto la parete nord del Corno Grande troviamo il Calderone, l'unico ghiacciaio dell'Appennino e il più meridionale d'Europa. 

Verso est la catena prosegue con la dorsale costituita dai monti Brancastello (2385 mt.)- monte Prena (2561 mt.) - monte Camicia (2570 mt. - con la risorgenza più elevata dell'Appennino ossia Fonte Grotta) - monte Tremoggia - monte Siella. A meridione del massiccio (in provincia dell'Aquila) si estende la piana di Campo Imperatore, posta a 1600 metri s.l.m.

Altre vette sono: colle Abetone (1775 mt.),  Cima Alta (1727 mt.), monte Pelato (1614 mt.).

La catena del Gran Sasso è costituita da calcari e dolomie che conferiscono alla montagna un aspetto maestoso, con pareti altissime e verticali non riscontrabili in nessun altro settore dell'Appennino. La natura calcarea delle rocce favorisce la presenza di fenomeni carsici come doline, inghiottitoi, conche, grotte, gole e forre scavate dalle acque.

L'area è compresa nell'omonimo Parco Nazionale e nella Riserva Naturale del Corno Grande

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Monte dell'Ascensione. (1103 metri) Fino al IV secolo d.c. fu chiamato Monte Nero forse per presenza di folti boschi con la vegetazione di un verde molto intenso, o per la presenza di acque , dal greco "neridas".

Dal 309 d.C.  fu denominato Monte Polesio, dalla leggenda di Polisia, unica figlia del pagano Polimio, prefetto di Ascoli, la quale, convertitasi al Cristianesimo per sfuggire alla punizione del padre, si rifugiò nei boschi del Monte Nero. La leggenda racconta che una voragine si aprì e inghiottì la vergine per salvarla dai soldati romani. Da allora i devoti si recano ogni anno sul monte per venerarla ed esprimendo un desiderio gettano un sasso sul luogo in cui Polisia sparì. Secondo la tradizion Polisia, tesse su telaio d’oro con accanto una chioccia e pulcini d’oro

L'attuale nome ha origine nel XIV secolo quando Domenico Savi, vi fondò la Chiesa dell'Ascensione.

 

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Data aggiornamento: 6 gennaio 2009
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